Secondo la zootecnia moderna sono i bovini tra i 12 e i 24 mesi.
In Italia vengono acquistati ad una età tra i 6 e i 16 mesi e vengono ingrassati fino alla macellazione.
Nei piccoli allevamento la loro situazione è quella di rimanere legati alla mangiatoia in maniera tale da poter mangiare il più possibile senza sprechi di energia. Il vitello non avrà più la possibilità di pascolare (se ha avuto la fortuna di averla in precedenza).
Negli allevamenti industriali invece, dove si trova la maggioranza dei vitelloni, sono tenuti in box in cui sono liberi. I principali problemi sono l'affollamento dei box e la qualità della lettiera.
Per quanto riguarda la quantità dello spazio non ci sono misure a cui l'allevatore deve attenersi. Invece del terreno e della lettiera in paglia nella maggior parte degli allevamenti i 2 vitelli devono stazionare sul cemento. Il che rende difficoltoso e scomodo lo spostamento con fastidi alle articolazioni essendo il cemento una superficie dura e non soffice come la terra.
L'alimentazione forzata è costituita da insilato di mais (ovvero la pianta intera macinata e conservata in silos) mescolato ad integratori di natura chimica, appetizzanti, coloranti,
conservanti, ecc.
Queste sostanze chimiche servono a stimolare l'appetito che altrimenti non sarebbe tanto alto da fargli accettare un cibo così scadente così lontano dalle loro abitudini naturali.
Inoltre vengono a loro dati antibiotici che hanno la doppia funzione di favorire la crescita e proteggerli da eventuali infezioni dovute alle condizioni igieniche disastrose (nella stragrande maggioranza dei casi).
I loro segni di malessere sono movimenti stereotipati, ossessivamente ripetuti e spesso sono abulici, cioè giacciono apatici sul loro giaciglio.
fonte: (Olocausto Animale)
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